Progetti partecipati e fantasie autocentrate.

Più di una volta mi è capitato, da assessore e non solo, di prendere come esempio stra negativo di "architettura autocentrata" piazza Ettore Rolli.
Come spesso accade, anche in queste ore, si stanno spendendo soldi pubblici per pulire quelle "simpatiche" vasche aeree inserite all'epoca nel progetto cento piazze.
Come troppo spesso accade, architetti che pensano più a sé stessi e al proprio ego, che al territorio dove sono chiamati ad intervenire, si lasciano andare a fantasiosi progetti che poco si inseriscono nell'ambiente cittadino che le accoglie.
Una piazza senza un albero, senza un gioco per bambini (quelli che ci sono sono stati messi da poco), senza uno spazio di socialità, ma con quella fontana oltre che imbarazzante (almeno per me) costosa dal punto di vista della manutenzione.
L'architettura ha un senso se è participata e se è utile al territorio dove viene inserita.
Il resto sono esibizioni estemporanee di qualche architetto che fanno solo male alla città.
Come direbbe il mio amico
Massimo Vallatia proposito del serpentone, "dovrebbero mettere che per legge un architetto deve vivere per 10 anni nel posto che ha costruito..."

#unaltraideadicitta

 

I commenti sono chiusi

http://www.paolomasini.it/bakecaincontrii-fr/